Anniversario della liberazione d’Italia

I CONTRIBUTI
UNO SGUARDO NEL NOSTRO ARCHIVIO STORICO COMUNALE
UN FIORE PER TE
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UNO SGUARDO NEL NOSTRO ARCHIVIO STORICO COMUNALE


Sono passati 75 anni da quel 25 aprile 1945, quando la resistenza italiana mise in campo l’insurrezione nazionale contro i tedeschi.
Abbiamo trascritto un importante documento conservato nel nostro Archivio storico comunale, è la seduta del primo Consiglio comunale del 29 aprile 1946, Consiglio ripristinato con decreto luogotenenziale del 07 gennaio 1946.
Si parla dei danni della guerra, della situazione del Lago, delle scuole, del Museo (allora civico).
E si riporta il bel discorso finale ricco di speranza.
È un po’ lungo, ma di sicuro molto intenso.
Alcune abbreviazioni:
CNL – Comitato nazionale di Liberazione
UNRRA – United Nations Relief and Rehabilitation. Era l’organizzazione delle Nazioni Unite per l’assistenza economica e civile alle popolazioni danneggiate dalla guerra.
Buona lettura.

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ASC, I.2, 16, Verbali di adunanza del Consiglio comunale dal 28/04/1946 al 14/02/1949.

“Comune della Città di Chiusi
Verbale di adunanza del Consiglio comunale

L’anno millenovecentoquarantasei addí 28 del mese di aprile alle ore 10 in Chiusi e nell’apposita sala delle adunanze si è tenuto il Consiglio comunale presenti i sigg.:
Meconcelli Giulio
Checcacci Giancarlo
Crociani Lucio
Duchini Pietro
Becherini Antonio
Cacioli Amleto
Tiradritti Pietro
Rocchi Settimio
Paolucci Cesare
Scaramelli Azelio
Biagini Fulco
Rosati Aldo
Rosati Aldo
Cantelli Pietro
Del Buono Sabatino
Della Ciana Angelo
Gambacorta Luigi
Pianigiani Arturo
Toccaceli Dario
Giomtti Priamo
Nardelli Gisleno

Assume l’Ufficio di Segretario il Cav. Rag. Orlando Pulcinelli – Segretario Comunale.
Il sig. Duchini Pietro, Sindaco uscente, rieletto Consigliere Comunale, assume provvisoriamente la presidenza della riunione e dichiara aperta la seduta pubblica. Quindi comunica che il Consiglio, essendosi riunito per la prima volta dopo le elezioni, deve procedere, prima di ogni altra cosa alla convalida dei Consiglieri.

Relazione della Giunta cessante.
Il Presidente da quindi lettura della seguente relazione della Giunta al ricostituito Consiglio Comunale.
Questa Giunta comunale di C.N. L. che cessa dalla sua carica in seguito alle elezioni per la ricostituzione dell’Amministrazione in base elettiva, compie il dovere di riferire al Consiglio Comunale, sull’opera svolta e sui problemi ancora da affrontare per la rinascita della nostra Città, tanto martoriata dalla guerra.

Finanze. I gravi danni subiti dagli edifici pubblici e privati, dalle strade, dagl’impianti idraulici ed elettrici, telefonici e dalle scuole, mentre davano alla Città un volto squallido e di miseria, paralizzavano la ripresa della vita cittadina.
La situazione finanziaria, a causa delle maggiori spese dovute all’eccezionale momento, non consentiva al Comune di provvedere all’inizio dei lavori di riparazione di sua pertinenza né all’aumentato costo dei vari servizi pubblici.
L’amministrazione si trovò quindi nella necessità assoluta di ricorrere ad un prestito comunale che le mettesse a disposizione i fondi necessari per lo svolgimento della propria attività.
L’emissione del prestito, ce non rallentò lo svolgimento delle pratiche necessarie per ottenere il risarcimento dallo Stato delle spese incontrate per la riparazione dei danni di guerra, fu deliberato per la cifra di quattro milioni di lire.
Attraverso il costante interessamento dell’Amministrazione che intese opportuna ed efficace propaganda verso tutte le categorie di cittadini, fu possibile raccogliere la somma di Lire 2.606.000.
[…]

Lago di Chiusi- la pratica relativa al lago è nota a tutti. Comunque gioverà riferire che mentre l’Amministrazione comunale riuscì vittoriosa nella sua causa intentata dal dr. Giuseppe Giulietti presso il Tribunale di Montepulciano, pendono ancora due ricorsi presso il Consiglio di Stato. Uno per l’annullamento degli atti di decadenza emessi dal Comitato di Liberazione di Chiusi e l’altro contro il Decreto del Ministero delle Finanze che revoca la concessione nei riguardi dello stesso Giulietti.
In pendenza di tali giudizi, l‘Amministrazione comunale non ha ritenuto di pendere quindi iniziative nei riguardi della gestione del lago, come qualcuno avrebbe desiderato, perché ha ritenuto che in tali situazioni è meglio essere prudenti. La Gestione Lago, condotta da apposita Commissione amministrativa è autonoma e gli eventuali utili vengono conservati per la liquidazione che comunque dovrò essere fatta all’atto del passaggio definitivo al Comune.
[segue bilancio]

Servizio Annonario – Questa Amministrazione si è particolarmente interessata del servizio annonario, sia direttamente sia a mezzo di apposita Commissione per l’alimentazione. Si è esercitata una continua ed efficace vigilanza sui prezzi, si sono segnate costantemente le assegnazioni dei generi contingentati e si è curata la regolare distribuzione dei medesimi. Sia pure attraverso momenti difficili e sperando varie difficoltà, si può essere soddisfatti dei risultati ottenuti. Al servizio degli approvvigionamenti hanno giovato moltissimo gli autocarri del Comune. Per maggiormente giovare alla popolazione si sono prese varie iniziative per l’approvvigionamento di frutta e ortaggi, pesce, patate, grassi, ma che nel complesso hanno giovato specialmente alle classi più povere. Di grande vantaggio è riuscito l’approvvigionamento della legna che è stata distribuita in larga misura alla popolazione. In tuttala stazione sono stati distribuiti Q/li legna a lire 150 al quintale.
Le assegnazioni UNRRA proseguono regolarmente e sono di grande giovamento per i bambini ce godono giornalmente di una buona refezione. Circa 450 bambini delle Scuole elementari e degli Asili infantili del Comune godono elle refezione scolastica. Inoltre vengono assistiti con generi UNRRA 83 bambini sino a tre anni e 18 gestanti e nutrici.

Pubblica Istruzione – Se è purtroppo la verità che i giorni successivi alla liberazione si posero fra le braccia un’eredità edilizia per vero catastrofica, merita senza dubbio segnalare che tutto il patrimonio delle aule scolastiche ebbe a subire danni che pochi centri, fra i meno fortunati, hanno accusato a nostra proporzione.
Pensate: interamente raso dalle mine l’edificio scolastico di Montallese, sventrato, scoperchiato e reso pericolante l’intero corpo che ospitava la Scuola Femminile e il nostro Asilo Comunale a Chiusi, colpito in varie parti l’edificio della Scuola professionale, e lese fortemente le Scuole Elementari di Piazza Vittorio Veneto. Ciò, per non soffermare sui danni, non dico meno seri, ma certo meno appariscenti, che in misura purtroppo generale, ebbero a subire, l’edificio scolastico di Macciano, le aule della Stazione e tutte le rimanenti poste in periferia. E non parliamo di tutta la suppellettile scolastica (banchi, cattedre, sedie, armadi, lavagne, stufe e arredamenti) che si è perduta, o giace inutilizzabile, fra le molte rovine lasciate dalla guerra. Passivi questi, che in certi istanti, hanno fatto sentire il grave loro peso e che non certo possano dirsi superati.
Occorre tener conto d’altra parte che all’atto della liberazione tutte le poche aule rimaste disponibili, vennero requisite per ospitarvi i senza tetto – alcuni dei quali- dato il perdurare della precarietà di case, e nonostante il Buon interessamento del Commissario Governativo per gli alloggi, restano ancora ospiti di alcune delle nostre scuole.
In questo quadro, gravato di rovine e di altre necessita impellenti è facile capire quanto fosse precaria e lenta la ripresa scolastica, avvenuta all’interno del 1944 e nella primavera del 1945. Appare, senza dubbio, grave che non ereditammo dalla prima amministrazione di C.L.N. All’atto del nostro insediamento avvenuto nel giugno scorso fu nostra prima cura di avviare a relativa normalizzazione la vita scolastica del Comune. Iniziammo cosi dall’edilizia.
Voi sapete che ai danni recati dalla guerra agli edifici pubblici provvede a proprie spese l’intervento diretto dello Stato. Sollecitammo così il Genio civile. Ma il prolungarsi eccessivo delle carte, ci indusse ad una decisione grave di anticipare a nostre spese la messa in pristino dell’edificio di Piazza Vittorio Veneto. Ad oggi, infatti, le nostre Scuole Elementari cittadine hanno di nuovo la loro sede degna, interamente resa nuova da un intervento del tutto radicale.
Fu anche nostra cura raccogliere e far nostra una antica aspirazione di tutti i cittadini: quella di incrementare lo sviluppo della Scuola Media, assicurandone lo sbocco almeno alle prime classi superiori. Fummo sensibili a questa aspirazione, Signori Consiglieri, non già perché volessimo lustrarci di un gesto demagogico, quanto perché vediamo come problema di educazione e di cultura il più vasto quesito della rinascita italiana e dell’elevazione del tono politico e morale in cui si svolge l’intera vita cittadina.
Con molto sforzo e, dopo il diretto personale intervento dell’On. Marazza abbiamo così ottenuto la quarta e la quinta ginnasiale.
E onde ospitarle, e dare una degna sede a questa sorgente scuola, ancora a nostre spese, abbiamo provveduto ad intraprendere tutti i lavori che erano necessari. Sì che possiamo, con giusta gioia, dichiararvi di consegnare nelle vostre mani una Scuola Media e Ginnasiale i cui locali si rendono testimoni della nostra opera.
Ma è bene stare in guardia. La scuola Media e Ginnasiale non è definitivamente assicurata nelle nostre mani oso dire che ci teniamo ghermita la conquista, così come il combattente difende una posizione appena conseguita, ma non ancora consolidata. Rivalità campanilistiche con la vicina Montepulciano, l’ostilità più volte sperimentata delle autorità scolastiche della Provincia, notizie poco rassicuranti dal Ministero, ci danno serie perplessità su quella Scuola. Ha torto chi crede che l’Amministrazione la quale ho avuto l’onore di presiedere, non abbia sentito con tutta intensità tale minaccia. Posso dire in proposito, che fin dall’estate scorsa abbiamo curato a Roma di rendere autonomia alla Scuola Media ed anche un mese fa abbiamo insistito in una tale richiesta.
Sta adesso a voi a continuare quest’opera.
La Scuola Professionale in apparenza è stata meno curata. In realtà è giunta già a buon punto l’intera pratica di messa in pristino dall’importante laboratorio in ferro. Né era del tutto escluso che anticipassimo noi stessi la data dei lavori. E’ bene rilevare però che in tutti i vari servizi attinenti a questa Scuola, l’esistenza di una speciale convenzione con l’Amministrazione del R. Conservatorio, datata dal 1890 rendeva ben meno facile l’intervento del Comune. Anzi, a rigor di termini, era il Conservatorio che, in ogni caso, avrebbe dovuto assicurare a quella Scuola tutti i servizi completi e necessari. Purtroppo però il Conservatorio versa in deficitarie condizioni di Bilancio ed è stato da noi convenuto in sede di modifica che l’opportunità di mantenere la convenzione stessa verrà riesaminata il prossimo anno.
E vengo alle Scuole Elementari della <stazione. Qui il problema edilizio non è nuovo. (Oso dire che sia di sempre). Voi capite perciò che non c’è sforzo di una Amministrazione di pochi mesi che possa portare a soluzione un tal problema. Del resto è necessario aggiungere che, specie alla Stazione tutto è stato intralciato e appesantito dalla necessità di dare alloggio ai sinistrati, gran parte ferrovieri che, per motivi di servizi, piantavano le loro tende a Chiusi Scalo. Ciò nonostante, liberate che abbiamo due delle aule convenientemente assestate a nostre spese, siamo stati in grado di assicurare, fin dall’autunno 1945, gli ambienti sani e riscaldati per le Scuole. Passo invero notevole, rispetto agli anni scorsi, quando, per assoluta insufficienza dei locali, e perché essi erano inadatti, il rendimento della Scuola turbava il nostro animo.
In altro punto di questa relazione è emerso che abbiamo avuto tanta cura nel farvi trovare i piani predisposti della ricostruzione e della costruzione cittadina. Ebbene quand’anche avrete ridato le vecchie aule alle Scuole Elementari della Stazione, voi Signori Consiglieri, non avrete risolto il problema scolastico di -Chiusi Scalo. Questo problema sta nella parola antica e nuova: edificio. Potrete discutere, e chiamare i cittadini tutti a dare il proprio pensiero sull’opportunità di costruirlo in questo od in quell’altro posto, ma discussione non può esserci nella sostanza quando il problema ci si presenta così annoso e in termini ognora più impellenti. A voi dunque studiare l’opportunità e l’ora più adatta di affrontarlo.
L’edificio scolastico di Montallese verrà ricostruito a spese dello Stato. Tutto è pronto. Non resta che la definitiva approvazione del progetto, intorno al quale ha lavorato con molta cura l’Ufficio Tecnico Comunale.

L’Asilo: ecco un’altra spina che abbiamo cercato di lenire. Giacchè è certo che fra le case più danneggiate dalla guerra noi di Chiusi dobbiamo registrare il nostro Asilo. Privato dei suoi locali ha rinunciato necessariamente a offrire ai suoi scolari la somma dei conforti, degli svaghi e, soprattutto dello spazio, al quale massimamente anelano gli infanti. Comunque, sia detto a loro elogio, l’opera delle Maestre Suore ha valso in gran misura a rendere meno triste per i fanciulli l’esilio, al quale la guerra li ha costretti. Per conto nostro abbiamo considerato lo stato giuridico amministrativo dell’Asilo e abbiamo, di assai buon grado, soddisfatto la richiesta di trasferire al diretto controllo del Comune l’organico complesso di cui vive e abbisogna della “Scuola”. Abbiamo raddoppiato in tal maniera lo stipendio di tutto il personale e hanno curato con vigile attenzione, di provvedere in qualche modo alla ricostruzione, di tutto il patrimonio indispensabile all’Asilo. Quanto ai locali, i lavori ormai iniziati, danno speranza di aver per certa una definitiva sistemazione della “Scuola” nel termine di pochi mesi. Resta però vostro dovere di profittare dello speciale soccorso finanziario che abbiamo ottenuto dallo Stato per alleviare, con meno nostro peso, la triste condizione dell’Asilo e di fare di esso, con assidua cura, quello che era nel nostro sogno realizzare: un Asilo moderno, con attrezzatura moderna, un luogo dove tutto parlasse ai piccoli con l’immediato linguaggio delle cose e dove l’assistenza ai bisognosi sia una realtà tangibile, come l’U.N.R.R.A ha consentito a noi di fare.

In luogo ai problemi del Museo. Voi sapete che il cannone non ha risparmiato l’edificio. E non si tratta purtroppo di lesioni, ma di crolli e danni strutturali. S’intende che in tanta calamità abbiamo registrato perdite fra i canopi, alcuni dei quali (pochissimi per fortuna)sono da ritenersi definitivamente irriparabili. La prima Amministrazione del C. d. et. Provvide da parte sua alle riparazioni sommarie dell’edificio. Rimanevano però scoperti i lucernari, ne per quanto si studiasse fu mai trovato il modo di coprirli. Soltanto un vetro di adeguato spessore poteva sanare la bisogna. E fu dato mandato ai componenti la Commissione Archeologica Comunale di fare ogni possibile pur di proteggere il grande patrimonio del Museo.
Ma, a prescindere dalla Commissione, noi abbiamo esercitato ripetute pressioni sugli Enti Governativi, perché curassero al più presto l’intera riparazione dell’edificio. E non è da ora che sono al Genio civile le perizie redatte dal Tecnico comunale. Siamo intervenuti anche presso il Sottosegretariato di Stato alle Belle Arti e abbiamo ottenuto materiali vantaggi finanziari. Abbiamo interessato la Sovraintendenza di Siena e di Firenze. Però, finora: nulla. E’ evidente che se il Comune avesse dovuto anticipare tutte le spse non gli sarebbe bastata un’ipoteca considerevole sul Bilancio. Ciò nonostante, una situazione finanziaria non certo promettente abbiamo ridato i vetri a tutte le finestre del Museo sicché non fosse ulteriormente compromesso il patrimonio di civiltà che esso racchiude. Anche in questo campo Signori Consiglieri avete visto però che non vi abbiamo gettato le premesse di un raccolto che sai sicuramente mietere.
[…]

Ultimata la lettura della relazione, il Sindaco uscente cede la Presidenza della riunione al Consigliere Anziano sig. Meconcelli Giulio, il quale assunta l’effettiva presidenza legge il seguente indirizzo:

Signori Consigliere
Per la mia duplice qualità di capolista del Consiglieri facenti parte della nuova Amministrazione Comunale che sta per insediarsi in Municipio e di veterano del Consiglio stesso, ho avuto la Presidenza di questa Assemblea e sento il dovere, perciò, di esprimervi alcuni dei miei sentimenti.
In primo luogo permettete che io, di fronte a questo Consiglio che rappresenta tranquillamente il ritorno del Comune di Chiusi alle tradizioni democratiche dei tempi migliori, mi rallegri e gioisca con Voi per la vittoria riportata sulla tirannide dittatoriale da tutto il popolo italiano il quale può finalmente trovare ad eleggere, in clima di libertà, i suoi diretti rappresentanti in piena antitesi con i metodi del periodo di triste memoria in cui l’amministratore comunale unico doveva godere soltanto la fiducia dei Prefetti fascisti e dei Segretari federali.
In secondo luogo richiamo l’attenzione del Consiglio sui gravi compiti che ad esso incombono nell’esercizio delle funzioni di amministrazione, sulla mole dei problemi di indiscutibile gravità che reclamano una sollecita soluzione, problemi che sono in diretta relazione con lo stato di abbandono in cui versa ormai da troppo tempo buona parte della popolazione e proprio la parte più eletta di essa, quella che si rende utile al paese con la propria indefessa operosità e che il paese non ha ancora ripagato sollevandola dal disagio materiale e morale in cui si dibatte.
Il popolo che lavora e che soffre, nel concederci la sua fiducia ha sperato in un avvenire migliore, ha sognato di riavere ed attende la sua casa, il suo pane ed il suo lavoro. Non dobbiamo deluderlo!
Vorrei che nella mente di tutti noi che attenderemo da qui in avanti all’Amministrazione della cosa pubblica, si fermasse perenne il ricordo di tante rovine, di tante miserie e dolori sopportati rassegnatamente dal nostro popolo con la ferma fiducia in un domani migliore che servisse ad incitarci a fare sempre di più e sempre meglio il nostro dovere in favore della cittadinanza che, avendo tanto sofferto, ha diritto ad un conforto fatto soprattutto di opere.
Il Consiglio si insedia in carica in momenti critici ed è bene dirlo subito perché deve credere che non vi siano difficoltà da superare.
Grava sulla cittadinanza la preoccupazione della saldatura del nuovo raccolto frumentario e la paura di dover giungere alle soglie del nuovo inverno senza che l’opera di risistemazione sia stata intrapresa, in una parola è diffuso l’incubo che le sofferenze, i sacrifici, le privazioni, sopportati dal nostro popolo per tanto tempo non abbiano a cessare o quanto meno a diminuire.
Dobbiamo riuscire ad ogni costo a far ritrovare a questo popolo la fiducia in se stesso e la serenità che gli sono necessarie, per conquistarsi il pane quotidiano con un minimo di speranza in un prossimo avvenire di pace e di relativo benessere materiale e spirituale.
E con questo dato di fiducia nel Consiglio Comunale che ho l’onore di presiedere, è con questo vivo augurio al popolo di Chiusi che chiudo la mia breve esposizione, esortandovi nel contempo a permeare sempre i nostri rapporti di quello spirito di collaborazione, di buona armonia e di reciproca stima che sono alla base di una sana Società Socialista e restituiscono gli strumenti ideali per un sollecito raggiungimento delle mete che abbiamo dato a sperare, attraverso il programma elettorale, alla cittadinanza in attesa.”

UN FIORE PER TE

Una storia inedita interpretata magistralmente dal Direttore Artistico della Fondazione Orizzonti d’Arte Chiusi, Gianni Poliziani, con la collaborazione, per la musica, del maestro Roberto Fabietti e grazie al prezioso supporto tecnico di Matteo Fuccelli.

Si ringrazia Alessandro Lanzani per la storia.

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